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Via dei Fossi, 22 - 53034 Colle di Val d’Elsa (SI)
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Sono delle sottili lamine di ceramica che vengono applicate sui denti, generalmente sui denti frontali) per modificarne la forma e/o il colore e/o simulare un cambiamento di posizione.

Esistono anche in resina composita, ma hanno dei limiti in quanto hasnno una resa estetica inferiore, possono cambiare colore con il tempo e anche consumarsi. Qui parliamo quindi di faccette in ceramica.

Servono quindi a correggere delle piccole imperfezioni, come spazi fra i denti, colorazioni sgradevoli e posizioni irregolari, donando al sorriso un aspetto più armonioso e gradevole.

Le caratteristiche ottiche del materiale (ceramica vetrosa) fanno sì che si integrino perfettamente e in modo del tutto naturale nel sorriso del paziente, a patto che siano eseguite correttamente ed applicate secondo gli standard clinicamente validati.

In quali casi esattamente sono consigliate?

  • Spazi fra i denti

I cosiddetti diastemi possono risultare esteticamente sgradevoli e la loro correzione è una delle principali indicazioni per le faccette. In certi casi è addirittura possibile applicare le faccette senza dover modificare assolutamente la forma dei denti del paziente, quindi senza limarli neanche un pochino.

  • Denti disallineati

In caso di lievi malposizioni dentarie le faccette possono essere un’alternativa più rapida al trattamento ortodontico, sapendo però che in questi casi si rende quasi sempre necessario limare un poco i denti, onde permettere il posizionamento ideale delle faccette.

Quando le malposizioni sono più marcate si deve invece ricorrere alla terapia ortodontica, che può essere eseguita con allineatori trasparenti. In questi casi le faccette possono servire per finalizzare il trattamento se la forma dei denti del paziente non è ritenuta esteticamente gradevole.

  • Ringiovanimento del sorriso

Con il passare degli anni i denti perdono un po’ del loro volume, perché un poco di smalto si consuma, e cambiano di colore: sono i fisiologici effetti dell’invecchiamento, esattamente come i capelli che diventano bianchi. I denti appaiono quindi meno visibili e questo può penalizzare il sorriso. Le. faccette in questo caso rappresentano una vera e propria “rismaltatura” conferendo al sorriso, e quindi al volto del paziente, un aspetto decisamente più giovane.

  • Discromie dentali

In alcune persone, anche giovani, i denti sono meno bianchi perché lo smalto è naturalmente molto sottile o perché alcuni fattori, come per esempio l’assunzione di alcuni farmaci o la presenza di molto fluoro nell’acqua, hanno condizionato negativamente il colore.

In questi casi le faccette possono essere una soluzione ideale, magari dopo aver provato senza particolare successo le tradizionali procedure di sbiancamento.

In caso di discromie di singoli elementi, invece, non è detto che la singola faccetta sia in grado di risolvere il problema. Per la sua natura vetrosa, infatti, non necessariamente sarebbe in grado di camuffare il singolo dente rendendolo uguale agli altri. Allora meglio optare per una corona completa con un’anima composta da un materiale coprente (zirconia) e rivestita in ceramica.

 

Quando non sono consigliabili?

  • Condizioni di scarsa igiene orale

Come per tutti i restauri odontoiatrici, il successo a lungo termine della faccette è legato molto alla compliance del paziente, ovvero alla capacità di mantenere costantemente un adeguato livello di igiene orale. Se non si ottiene questo obiettivo è meglio soprassedere, soprattutto considerando che non si tratta di una terapia medica quanto piuttosto di una correzione estetica, quindi assolutamente non importante per la salute orale.

  • Parodontite grave

In caso di parodontite grave, la perdita di supporto intorno ai denti porta all’esposizione delle radici e alla creazione di spazi fra i denti (chiamati anche triangoli neri). In questa situazione l’adesione delle faccette non sarebbe ottimale, quindi devono essere valutate soluzioni diverse.

  • Occlusione sfavorevole

In alcune situazioni il rapporto fra i denti delle arcate superiore e inferiore (occlusione) potrebbe mettere a repentaglio l’integrità delle faccette, esponendo al rischio di rotture o distacchi. Il rapporto occlusale può essere preventivamente modificato grazie a una terapia ortodontica o protesica o ortodontico/protesica.

Un’attenta analisi dell’occlusione è comunque sempre obbligatoria prima di progettare un intervento di correzione con le faccette.

  • Mancanza di smalto

Questo aspetto è importantissimo, perché solo sullo smalto si basa il principio di adesione delle faccette, che in assenza di questa struttura non si attaccano tenacemente al dente e sono destinate a staccarsi molto facilmente. Lo smalto può risultare assente o insufficiente per carie, per la presenza di grandi otturazioni, per usura dentale marcata di tipo sia chimico che meccanico.

  • Abitudini che possono danneggiare le faccette

Il bruxismo, soprattutto se digrignamento, l’abitudine di mangiarsi le unghie o di utilizzare i denti anteriori in maniera impropria, come mordicchiare oggetti, tagliare fili o simili, espongono le faccette al rischio di rottura.

 

E’ vero che per mettere le faccette non si devono limare i denti?

 No, non è vero. Nella maggior parte dei casi i denti vengono limati veramente poco, perché si deve mantenere la maggior quantità possibile di smalto, ma solo in alcuni casi selezionati effettivamente non è necessario. Non si deve comunque credere che si tratti di una procedura completamente non invasiva: per attaccare le faccette lo smalto viene trattato con un acido e nel caso in cui si volessero togliere quel dente, anche se non era stato limato per niente, non potrà mai più essere considerato intatto.

 

Qual è la procedura?

 La procedura si divide in tre fasi: progettazione, preparazione/impronta, cementazione.

Vediamo in dettaglio:

  • Progettazione

Dopo opportuna visita e raccolta dati necessari, fra cui alcune foto e la scansione intraorale (impronta delle arcate presa con procedura digitale), viene realizzato un progetto sia virtuale, visibile sullo schermo di un computer, che, se desiderato, anche reale. Si tratta in questo caso del mock-up, una simulazione in resina che viene stampata direttamente sui denti del paziente per simulare l’effetto finale.

Il progetto viene discusso ed eventualmente modificato fino ad incontrare il completo gradimento del paziente.

  • Preparazione e impronta

Nella prima seduta operativa vengono preparati i denti, se e quanto necessario, usando una guida calibrata che consente di togliere la minor quantità possibile di smalto. Poi vengono rilevate le impronte, generalmente con una scansione, ma in alcuni casi può ancora essere necessaria la tecnica tradizionale con la pasta, e registrato il colore grazie a uno spettrofotometro.

  • Cementazione

Dopo una/due settimane le faccette vengono provate, eventualmente modificate grazie alla presenza del ceramista in studio e cementate. La procedura per la cementazione prevede l’isolamento del campo operatorio con la diga di gomma, perché il materiale per attaccare le faccette deve essere utilizzato in ambiente assolutamente asciutto, e una serie di passaggi ben codificati da eseguire sia sui denti che sulle faccette. Particolare attenzione deve essere messa nella precisa rifinitura per evitare di lasciare residui di cemento che potrebbero danneggiare i tessuti gengivali.

 

Quanto tempo durano le faccette?

Le faccette non hanno una scadenza: se correttamente eseguite e mantenute durano moltissimi anni. Il colore delle faccette in porcellana non si modifca con il tempo, cosa che avviene invece con quelle in resina composita. Anche in caso di recessione gengivale (gengive che si ritirano) le faccette ben fatte non si vedono perché la zona di passaggio fra dente e faccetta non si distingue dal resto del dente. Ovviamente, come per tutti i restauri fatti in bocca, si ribadisce l’importanza fondamentale dell’igiene orale, sia domiciliare che professionale, per il mantenimento a lungo termine.